28 aprile 2017

Microrecensione #126: "Elephants on acid" di A. Boese

11/04/2017 - 26/04/2017 "Elephants on acid" di A. Boese. La storia degli elefanti (sì, plurale) ai quali è stata somministrata LSD è solo uno degli esperimenti scientifici raccontati in questo libro, e neanche il più bizzarro, a pensarci bene! Qui ci è presentata infatti una collezione esemplare, meticolosamente divisa per argomento, degli esperimenti più assurdi mai concepiti e realizzati dalle menti degli scienziati.
Ci sono quelli che coinvolgono animali, appunto, ma anche quelli che coinvolgono neonati, il sonno, la memoria, o la morte. O l'accoppiamento. O i sensi. Insomma, qualsiasi campo dell'indagabile, soprattutto se legato alla nostra esperienza umana, studiato con metodi a volte rigorosissimi, a volte meno, e risultati a volte inaspettati, a volte meno.
Alcuni esperimenti mi erano già noti, altri sono davvero strabilianti, ma le dettagliate note finali non lasciano dubbi sull'autenticità degli studi, tutti pubblicati su autorevoli riviste scientifiche.
In tempi un po' bui di Science March, ma anche, per fortuna, di dibattiti più seri sul ruolo della scienza al giorno d'oggi (per chi avesse tempo e voglia, un consiglio di lettura), un libro davvero, ma davvero divertente.

26 aprile 2017

Minuscoli drammi/49: Le tasse, ancora, ovvero, Se niente importa (cit.).

Da pochissimo, vi ho parlato della gioia di pagare le tasse in tre Paesi diversi. Alle sere passate davanti a fogli da compilare e schermate di traduzioni improbabili fornite da Google Translate, ora si aggiungono anche delle piccole perle di vita vera, vissuta alla luce del sole, o perlomeno in pubblico, a coronare questa sfida che per il momento era rimasta domestica.
Ad esempio ieri pomeriggio, quando in mutande, nello spogliatoio della piscina, mi ha raggiunto una chiamata da un numero sconosciuto olandese.
Rispondo. È uno degli uffici che mi deve fornire una carta con un'indispensabile informazione da inserire nel modulo della dichiarazione.
Faccio un passo indietro e mi guardo da fuori: seminuda, in uno spogliatoio affollato di una piscina comunale Svizzera, a conversare al telefono di problemi finanziar-burocratici in Inglese frammezzato da espressioni e termini olandesi. 
Spero mi facciano entrare ancora.
Esco di piscina, e dopo un'attesa di un'ora e quaranta, neanche fossimo alle Poste, riesco a entrare in un ufficio di consulenza finanziaria per espatriati italiani, e scoprire che no, sì, cioè, c'è scritto fuori che fanno assistenza alle dichiarazione dei redditi e simili, ma in realtà si occupano solo di pensioni e invalidità. Per le dichiarazioni dei redditi svizzere, prego rivolgersi a una nostra commercialista di fiducia, ecco qui il biglietto da visita.
Lo guardo, e come immagine decorativa ci sono delle banconote di Euro.
Andiamo bene, mi dico, pensando ai Franchi che mi chiederà nella sua parcella.
Per concludere, una volta a casa e contornata da quelle che credo tutte le carte necessarie per concludere la mia dichiarazione olandese, chiamo un'ultima volta l'efficientissimo servizio informazioni per la compilazione della dichiarazione olandese, per capire, in una delle domande, quale delle tre opzioni devo barrare: E, W o P?
Nelle cento e passa pagine di istruzioni, non vi è nessun indizio.
Un amico che aveva fatto la dichiarazione l'anno scorso aveva messo W.
Alla mia prima telefonata di informazioni a riguardo, la zelante olandesina, dopo avermi fatto attendere vista la complessità della domanda, era tornata dicendo che dipendeva dal Paese di emigrazione, e quindi, nel mio caso, con la Svizzera, si doveva mettere o W o P a seconda del valore inserito in un'altra casella del formulario (e seguendo queste istruzioni, a me risultava P). Mio marito aveva poi un'altra teoria, che andasse messo W, teoria basata sulle iniziali delle parole descriventi il nostro caso, e sulle fasi lunari, credo.
Confusa, senza accennare alle precedenti risposte e teorie esistenti, ho proceduto a domandare a questa nuova olandesina quale lettera andasse messa nel mio caso.
- E, senza dubbio.
- Ah, va bene...
- Sì comunque se mette anche W o P, non è che cambi qualcosa.
- ???

Vabbè, Se niente importa (cit.), potevate pure dirmelo prima.
Tra quelle 100 e passa pagine di istruzioni, giuro, lo spazio c'era.

20 aprile 2017

Microrecensione #125: "A Venetian Reckoning" di D. Leon

30/03/2017 - 10/04/2017 "A Venetian Reckoning" di D. Leon. 
Dopo averne ripetutamente sentito parlare, ho finalmente letto uno di questi gialli di Donna Leon, ambientati in una Venezia così realistica da non essere neppure tradotti in italiano, onde evitare il più possibile il pubblico lagunare e le sue eventuali lamentele.
Da leggere se amate i gialli e se amate Venezia. 
Io i gialli li amo a momenti, perché poi faccio tardi la sera per leggere come vanno a finire, e la mattina dopo non voglio più alzarmi.
Venezia la amo a momenti pure lei, perché è bella, ma complicata.
Camminare per fondamenta e calli a caccia di assassini, quindi, può pericolosamente portare a una notte lunghissima, sia per il commissario in questione, sia per me.
Credo leggerò anche gli altri libri della serie, ma con calma, a piccole dosi.

13 aprile 2017

Minuscoli drammi/48: Le tasse.

Chiamare il periodo delle dichiarazioni dei redditi un "minuscolo dramma", quest'anno, è a dir poco un eufemismo. Infatti a breve batterò il mio record personale e riuscirò a pagare le tasse relative al 2016 in ben tre Paesi più o meno europei contemporaneamente.
Che sappiate voi, si vince qualche cosa?
L'aspetto più bizzarro della faccenda è che ho delegato a un mio carissimo amico commercialista l'affare Italia, ma mi ostino, in queste prime lunghe notti di primavera, insieme a Subirotamic mio consorte anche in questo dramma, ad affrontare spavalda le dichiarazioni relative ai miei due Paesi adottivi, entrambe in lingue che non conosco.
Cominciamo dal formulario M. Che cos'è il formulario M? Il formulario M non è altro che il formulario con il quale si può fare la dichiarazione dei redditi olandese relativa ad un anno in cui si è vissuto solo parzialmente in Olanda. 
Di solito, dato il Paese burocraticamente evoluto, la dichiarazione dei redditi si fa sul pc di casa, usando un pratico programmino messo a disposizione dal Ministero, anche in versione Linux. Che comodità!
Peccato non sia possibile per gli anni in cui si è vissuto solo parzialmente nel Paese. Per quegli anni, c'è il formulario M. Cartaceo. Approssimativamente 100 pagine per esattamente 114 pagine di istruzioni. Ovviamente in olandese. Scadenza in luglio, e sento già i minuti gocciolare via inesorabili.

Unica consolazione: una volta compilato il formulario M, la dichiarazione dei redditi per il canton Vaud, online e nel più orecchiabile francese, non potrà che sembrarci una passeggiata.
Spero.

11 aprile 2017

Brevettata

Dopo svariate immersioni in piscina, e due in un lago ostico, battuto dal vento e spazzato da onde e correnti (e io con lui), domenica scorsa mi sono immersa nuovamente nello stesso lago, questa volta placido di primavera inoltrata, piatto, cristallino, abbracciato dai monti e coccolato dal sole (e io con lui).
E ne sono uscita brevettata, pronta ad immergermi, alla prossima occasione, autonomamente.  

Emergo, con calma.
Ad accompagnarmi in quest'ultima immersione del corso, il mio grande e sapiente istruttore, S., con il suo controllo, e il suo aleggiare immobile, braccia semiconserte e sorriso dietro la maschera, a 10 centimetri dal fondo fangoso del lago, senza alzare un granello di sabbia.
Un pesce stanco, che dormiva sul fondo, appoggiato a un ciuffo di alghe morbide, cullato dalla leggera corrente, senza un pensiero.
Un banco di pesciolini guizzanti, scintille d'argento a 15 metri di profondità.
Un'aragosta dulciacquicola imponente, ma  quasi indistinguibile dal resto del fondale.
E naturalmente, il mio adorato pubblico.

Che mi son chiesta tutto il pomeriggio se finivano prima i sassi della spiaggia, o la sua voglia di tirarli nel lago. È finito prima il pomeriggio.

06 aprile 2017

Un weekend a Lione

Dopo ben 17 mesi dalla nascita di T., è finalmente arrivato anche per noi il momento della nostra prima, vera, vacanzina a tre. 
E con questo intendo un intero viaggio, completo di alcune notti in giro per il mondo, senza dover fare né un trasloco né una visita a dei nonni: suona davvero incredibile, per chi come noi vive sempre altrove.

La meta è stata Lione, meno di tre ore di auto da Losanna, ospiti da amici che ci hanno messo a disposizione un appartamentino nel cuore del quartiere della Croix Rousse: il più animato, e chic, e interessante, e carino (e caro) della città. Quelle chance!
Così abbiamo passato tre giorni lassù, appollaiati non solo in cima a una delle due colline che dominano la città, ma anche in cima ad uno dei palazzi storici del quartiere. Un appartamento improvvisato in un ambiente nato per ospitare i grandi macchinari tessili per l'industria della seta, ragion d'essere del quartiere dal '400 ai primi del '900. Un soppalco traballante, un bagno a vista, incastonato tra una vecchia cucina, una libreria, e una collezione di pietre dure, il pavimento in cotto originale del secolo scorso, o di quello precedente - non si sa - calpestato da migliaia di piedi, e una vista privilegiata sulla città e su di un'ansa della Saona.

Della città abbiamo visto cose strane, scompagnate: il museo Gallo-Romano in un pomeriggio grigio, un parco giochi dietro alla cattedrale di Saint-Jean-Baptiste-et-Saint-Étienne, ma non la cattedrale, il mercato del nostro quartiere e le giraffe dello zoo del Parc de la Tête d'Or, non abbiamo mai mangiato in ristorante, come si dovrebbe invece fare nella "capitale gastronomica di Francia", ma abbiamo pranzato ospiti in un circolo di biliardo, il Cercle des Chefs d’Atelier, insieme al vice-presidente Hervé, assaggiando un formaggio buonissimo, la Fourme de Montbrison, che è quasi uguale alla Fourme d'Ambert, ma più raffinata, e imparando che il circolo è una delle associazioni più antiche di Francia, fondata addirittura nel lontano 1844, e che forse presto ci sarà, nel loro cortile, una dimostrazione di danza del Leone

Un po' di turismo convenzionale, un po' di cose che capitano, come è giusto che sia, per dare il buon esempio a T., per seminare quella voglia di partire, e di tornare, e di vedere il mondo al di là di questi monti che abbracciano la sua - almeno per il momento - città.


Da sinistra verso destra, dall'alto in basso:
Sì, nell'appartamento c'era un contrabbasso. Il Mur des Canuts, di cui abbiamo salutato tutti i cani e tutti i gatti ivi rappresentati. Lione e la Saona sotto le nuvole. Mosaico Gallo-Romano. Lione e la Saona abbagliati dal sole. Il pavimento in cotto originale e dei piedi piccoli a calpestarlo. Dal quartiere, al crepuscolo. Giraffe al Parc de la Tête d'Or. La Saona, sulla quale, un giorno, navigai.

03 aprile 2017

Microrecensione #124: "Il regno" di E. Carrère

21/02/2017 - 30/03/2017 "Il regno" di E. Carrère. Con questo libro, a metà tra un saggio e un diario, nell'ultimo mese mi sono immersa nei primi 80 anni circa del Cristianesimo. E mi sono pure divertita molto. Carrère ripercorre la vita di Paolo, che poi fu fatto San, e soprattutto di Luca, suo seguace, che poi fu l'Evangelista. In apertura, la conversione al cristianesimo dell'autore, e la sua ri-conversione all'ateismo, raccontata con un tono personale e scanzonato, che si  inframmezzerà poi per tutta la durata del libro, senza mai disturbare, tra gli studi storici e biblici sugli anni della vita di Gesù, e di coloro che poi interpretarono quegli anni, quei discorsi, e misero nero su bianco i loro pensieri.
Un libro molto affascinante per il suo aspetto storico, ma anche per il suo lato umano, per quest'autore che ha con le Scritture un legame così profondo, e una curiosità e una delicatezza così - direi - devote per cercare di capire cos'è, in fondo, questo "regno" di cui parla Gesù nelle sue parabole e dove lo possiamo trovare su questa Terra, nonostante tutto il rumore che ci distrae.