22 febbraio 2021

Microrecensione #183: "Il mago" di W. Somerset Maugham

 05/02/2021 - 12/02/2021 "Il mago" di W. Somerset Maugham.

Per gentile tradizione, Babbo Natale ogni anno mi porta un libro scelto tra i molti che nessuno, qui a casa, si sognerebbe mai di comprare. Non perché siano troppo famosi, o troppo nuovi, o troppo vecchi, o troppo brutti, semplicemente così, perché sono libri sui quali non ci soffermeremmo durante una visita in libreria. Così me li porta lui, e io li leggo, e poi, alla fine, mi diverto.

Questo è un libro del 1908, ispirato alla figura di Aleister Crowley (un mago vero!), il che non fa che aumentare la sua aura di esoterismo, quasi fosse una reliquia bizzarra ritrovata nei magazzini di qualche strano museo. 

È la storia, appunto, di un mago, tra Parigi e l'Inghilterra dei primi del Novecento, dei suoi poteri, della sua malvagità, dei suoi successi, della sua ossessione, e della sua fine. A farne da contorno: una storia d'Amore con la A maiuscola, un intreccio esoterico, uno studioso dell'Occulto, uno scettico, e una zitella. Più che un libro, insomma, sembra quasi un pezzo di teatro, divertente e curato nei personaggi e nella trama.

Gli ultimi capitoli li ho letti di fila, nel cuore della notte, per sapere come andava a finire, il che mi sembra un'ottima cosa per un libro che non avrei comprato.

15 febbraio 2021

Microrecensione #182: "L'inutile fardello" di O. da Spinetoli

30/01/2021 - 04/02/2021 "L'inutile fardello" di O. da Spinetoli. 

Sera, camera da letto, silenzio pre-notturno:

io, scoppiando in fragorosa risata: ahahahah

marito, si gira stizzito alzando gli occhi dal suo libro: scusa, ma cosa stai leggendo?

io, cercando di rimanere seria: un libro di teologia

marito, basito: ...

Perché in effetti l'"L'inutile fardello" non è solo un libello illuminante, che avrei dovuto leggere tanto tempo fa, e che invece purtroppo era rimasto nascosto nella libreria, ma anche una lettura piacevole, che fa rimpiangere il fatto di non averlo potuto conoscere, questo frate Ortensio, che deve essere stato, anzi, è sicuramente stato, un personaggio, un teologo, e un biblista davvero straordinario, con tutto quello che questo termine porta con sé.

Letto il libro, come si fa a non dirsi Cristiani? Ma soprattutto, letto il libro: che cosa vuol dire poi, essere Cristiani, quando si leva da questo concetto tutto quell'inutile fardello, appunto, costruitogli intorno negli ultimi duemila anni?

Un tema facile facile, insomma, per un librino che non può che essere solo una minuscola parte della ricerca di un senso, sia di Ortensio, sia del lettore, ma che comunque ne costituisce un pezzettino.

Lettura consigliatissima a chiunque si interessasse al tema, sia dal punto di vista religioso, che anche solo da quello storico culturale. Il problema è che adesso bisognerebbe mettersi a leggere duemila anni di studi biblici. 

Bon, dai, cominciamo.

11 febbraio 2021

Microrecensione #181: "Nata sulla linea Gotica" di G. Ferri

20/01/2021 - 26/01/2021 "Nata sulla linea Gotica" di G. Ferri.

Sono venuta a conoscenza di questo libro perché per qualche motivo (che ora non ricordo) seguo questo blog, che a sua volte è pure una minuscola casa editrice di elettrolibri. E così, incuriosita, il libro l'ho scaricato, iniziato, e poi finito tutto di un fiato, perché è come sfogliare un album di fotografie di famiglia, che quando inizi il viaggio vuoi arrivare in fondo, e scoprire come dai quei personaggi in bianco e nero con le gonnone nere e lunghe si è poi piano piano arrivati fino ad oggi, addirittura a un elettrolibro!

Il libro è l'autobiografia di Giovanna Ferri, curata dal figlio, Stefano Pederzini. Nata il 14 maggio 1939 nella campagna bolognese, Giovanna ci racconta la sua vita, com'è stata fino a com'è, ed è un racconto da ascoltare, io credo. Per capire da dove veniamo, da dove viene l'Italia, importante soprattutto per me, che sono lontana, e soprattutto ora, che siamo tutti lontani da tutti.

Non ho mai avuto così tanta voglia di ascoltare le mie radici, sarà per via dei piccoli che crescono, che imparano a leggere, ai quali lentamente si apre la vertiginosa possibilità di capire da dove vengono, senza dovermelo chiedere.

08 febbraio 2021

Microrecensione #180: "Sangue caldo, nervi d'acciaio" di A. Paasilinna

08/01/2021 - 25/01/2021 "Sangue caldo, nervi d'acciaio" di A. Paasilinna.

Ed ecco l'ultimo libro degli acquisti prenatalizi e non poteva essere che un libro di Paaslinna. Sorprendente però, perché non è un Paasilinna come gli altri. Il libro racconta la Storia della Finlandia dal 1918 più o meno ai giorni nostri, attraverso la vita di un personaggio parzialmente paasilinniano e della sua famiglia anch'essa parzialmente paasilinniana. Personaggi verosimili, giusto un pelo più più schietti, più marcati, più veri del vero. Forse è solo quella differenza sottile tra personaggi e persone, che rende magici i libri di Paaslinna senza usare nessuna magia.
Lo scenario storico e geografico è appunto la triste Storia della Finlandia, con tutte le sue la guerra, gli orrori della guerra, le tensioni sociali che hanno marcato questo paese (e non solo) il scorso secolo.

Il nostro eroe, Antti, prende parte alla Storia, si fa coinvolgere e si fa protagonista. Sfida la vita fino in fondo, forte di una profezia formulata da forse il personaggio più paasilinniano di tutti: una veggente, levatrice e cacciatrice di foche, che accompagnerà la famiglia di Antti fino al suo ultimo (di lei) giro in barca nell'Artico, e che saprà regalarci un sorriso anche dopo la sua morte.

Bello, bellissimo, e adesso cosa leggo?

04 febbraio 2021

Microrecensione #179: "Radical Candor - Be a Kick-Ass Boss Without Losing Your Humanity" di K. Scott


16/12/2020 - 20/01/2021 "Radical Candor - Be a Kick-Ass Boss Without Losing Your Humanity" di K. Scott.

Che forse tradurrei, visto che non trovo un'edizione italiana, con "Onestà intellettuale: come essere un capo efficace senza perdere il buon senso"

Un altro libro (dopo questo) consigliatomi da una delle mie cape, e per questo guardato con sospetto, ma alla fine acquistato per curiosità.
Se si riesce ad andare oltre al titolo, di una stupidità più unica che rara, il libro tutto sommato non è malaccio. I primi tre quarti potrebbero benissimo essere sostituiti da un unico grafico: interessante, ma diciamo non proprio succinto.
Questo fantomatico grafico è condito di aneddoti dall'esperienza della scrittrice come manager in varie aziende famose della Silicon Valley, qualcuno interessante, qualcuno meno, qualcuno divertente, qualcuno meno.

Nell'ultima parte del libro però le cose si fanno più interessanti. Infatti, invece di raccontare aneddoti o tendenzialmente parafrasare proverbi e il vecchio buon senso di una volta, l'autrice offre spunti concreti con il quale provare a mettere in pratica le belle teorie enunciate precedentemente su come fare andare avanti, in ambito prettamente lavorativo, un team di persone.

E quando dico "spunti concreti", sono proprio concreti: esempi di domande con le quali cominciare delle conversazioni difficili, spunti per conversazioni tra manager e impiegato, dialoghi da provare come in una recita teatrale, ma che in effetti, per una volta, potrebbero portare a conversazioni diverse, innegabilmente più utili a tutti, manager, impiegato, e ovviamente anche all'azienda (non si fa mica niente per niente, eh, alla fin fine questo è lo scopo..). Ci sono esempi pratici di come strutturare una performance review (come si dice in italiano? qualcuno lo sa?), dallo scritto all'orale, e non ci sono omissioni su come le cose possano andare anche storte e come si possa in qualche modo almeno provare a raddrizzarle, sempre.

E allora sì, alla fine il libro mi è piaciuto. Mi ha dato degli spunti interessanti che ho deciso di mettere in pratica immediatamente visto che il periodo dell'anno lo permetteva, con le sue belle performance review, appunto, per poter archiviare definitivamente il 2020.

Inevitabile poi chiedersi: ma poi a me, interessa studiare, leggere su come essere una capa efficace? Cosa sto imparando dall'esperienza di essere responsabile di un gruppo di persone all'interno di un'azienda relativamente grande e relativamente di successo?

Mah, alcune cose sicuro. Coordinare, fare il punto della situazione, mostrare la direzione, mi è sempre piaciuto e mi viene anche relativamente bene, visti i risultati. Interagire quotidianamente, costantemente con le persone, penso mi piaccia, essere un loro punto di riferimento, è difficile e stimolante, ma bisogna anche ammettere che sono fortunata, perché il mio è un bel gruppo di persone. Ciononostante, a volte è veramente pesante e richiede uno sforzo immane, per ascoltare davvero, per capire il loro modo di sentire, per dare loro quello di cui hanno bisogno per lavorare quando sono i primi a non sapere cosa sia o non sanno chiederlo.
A volte, lo ammetto, penso che il mio tempo potrebbe essere impiegato in maniera migliore, facendo, eseguendo qualcosa che so fare.
A volte, lo ammetto, ho paura che nel tanto dedicarmi al funzionamento del gruppo, stia perdendo me.

Ma questo, diciamolo, va molto al di là del libro. Che tutto sommato consiglio a chi ha la pazienza di leggere di cosa succedeva nelle riunioni di Google, di Twitter e della Apple qualche tempo fa.
O magari, saltando la prima parte, da leggere a spizzichi e bocconi per chi vuole qualche spunto pratico per affrontare ogni giorno, nel suo piccolo, o nel suo grande, il suo ruolo di "capo".

01 febbraio 2021

Microrecensione #178: "Mamma è matta, papà è ubriaco" di F. Sjöberg


 30/12/2020 - 08/01/2021 "Mamma è matta, papà è ubriaco" di F. Sjöberg. 

Libro comprato d'istinto, fidandomi più della casa editrice che di tutto il resto, è il racconto della ricostruzione storica della vita di un pittore, realmente esistito, e ormai dimenticato dalla Storia. Dimenticato forse non è la parola giusta, forse sarebbe meglio dire mai neanche notato, dalla Storia, e neppure dalla Storia dell'Arte. Una ricerca scaturita dalla visione, e successivo acquisto, di un quadro, dal quale l'autore è in qualche modo profondamente affascinato.

Una vita interessante, quella del pittore e della sua famiglia, che si intreccia con quelle di altri pittori e artisti di più chiara fama del primo '900. Una storia che in realtà è universale: per qualche dettaglio della vita, sei Modigliani, per qualche altro dettaglio, non sei nessuno, e nella tua scia lascerai solo qualche disegno nelle cantine dei tuoi nipoti.

Questo libro in qualche modo ribalta questo paradigma, celebrando una celebrità mancata, e quindi, paradossalmente, regalandola postuma, a questo signor Anton Dich. 

Se la merita? A giudicare dalla Storia, no, ma in fondo, chi è lei per giudicare? Ricordiamoci pure di chi vogliamo, credo sia sano e stimolante scegliersi i propri eroi.

Un libro diverso da quelli che leggo di solito. A volte, è anche bello cambiare.