24 dicembre 2012

Natale 2012 e i miei auguri a tutti

Utrecht, una casa.
Oudegracht, Utrecht, Dicembre, un sabato pomeriggio



Ed eccoci a Natale, di nuovo, senza preavviso, ci piomba addosso con tutte le sue lucine e i suoi rossi e i suoi verdi muschio, il suo bianco candor.

La notte, fanno male i polmoni a respirare, è Dicembre anche sull'Isola.
Isola d'Inverno, spruzzata di neve, dal mio salotto.





Da quando vivo in Olanda, il Natale  è strano. Qui non si festeggia più che tanto: i regali ce li si è già scambiati il 5, in occasione di Sinterklaas, l'Avvento non esiste, famiglie da riunire, non si usa più, dolci tipici, per carità; rimangono solo le decorazioni per le strade e sulle case,  a sbriluciccare nella notte prematura delle quattro e mezza di pomeriggio, e la neve.
Così, non diventa che un'altra occasione per tornare a casa, che poi, appena giunti in patria, si fa presto a ricordarsi il perché: il panettone, la veglia, le cene con stuoli di parenti, l'albero pieno di regali, il Presepio, la frenesia da doni tra calli e  campielli, la cioccolata calda con la panna.
Basta un volo di poco meno di due ore, per ritornare Italiani.
A casa.
A Natale.

Sono contenta che fra poco si parte, che si ritorna al nido, tappezzato di fette di pandoro e crema al mascarpone, ma soprattutto son contenta perché quest'anno, per la prima volta da quando vivo qui, non mi peserà, poi, ripartire.

Auguri allora a tutti, per un Natale sincero, e un duemilatredici pieno di cose belle, di cose da vivere, di cose da fare, e di tutta la voglia per farle!
E se non vi incontro di persona, e se non faccio in tempo ad offrirvi uno spritz natalizio, provate a sentirvi ugualmente un pochino contagiati dal mio entusiasmo per l'anno che viene, credo faccia bene, in generale, ora ve lo comunico...bzzz...ecco!







17 dicembre 2012

Minuscoli drammi quotidiani/7 : il Buio.

Oggi ho preso il treno come (quasi) tutti i lunedì mattina alle 7.10.
Era buio, ma è dicembre, si sa.

Quando mi son svegliata, però, ormai dall'altra parte del Paese, alle 8.56, nel tepore sonnolento e ferroviario, devo ammettere che no, non me l'aspettavo proprio, che non fosse ancora chiaro.

Vieni presto, oh Natale, tu, insieme a tutti quei culti pagani di cui conservi allegra memoria, legati alla nascita e rinascita del Sole!

Io, questo Paese, ne abbiamo davvero bisogno.

12 dicembre 2012

Il malanno e le stelline

Tanti anni, tanti chilometri, tanto inchiostro son passati, ma quando Inverno chiama, con il malanno stagionale fatto di fazzoletti e piumone e film vecchi, quando fuori è già buio alle tre, e la testa è pesante, è di piombo, e cade sulla pila di cuscini che ci siamo pigramente costruiti dietro le spalle, sul termometro, sulla boule ancora tiepida, una sola è la risposta:


stelline in brodo, importate oltre confine grazie a un giro di conoscenze e a un losco traffico... e son quasi guarita!

04 dicembre 2012

Olanda, pro e contro, ovvero: analisi grossolana del mio personale espatrio in Olanda

Olanda, pro e contro: domanda non facile, postami da un amico in procinto, forse, di trasferirsi nel Paese Basso. Cosa rispondere, dopo tre anni passati su quest'Isola?
Partiamo dal lavoro, sul quale non ci son dubbi: Olanda sì.
Stipendio comodo, vacanze tantissime, il capo che ti invita a cena e che pure apprezza quello che fai. Conferenze di qui e di là, crociere (che per me significa lavoro, non è che si va in gita sulla Costa) e laboratori attrezzati o quantomeno  con un budget disponibile per procurarsi in qualche modo quello di cui si ha bisogno.
Pochissima pressione, pochissimo stress, rispettare le scadenze è l'unica cosa veramente richiesta. E c'han ragione.
Atteggiamento positivo davanti a qualsiasi nuova collaborazione, novità o possibilità: insomma, non ho mai sentito un "no se pol",  e non solo perché qui non parlano in triestino.
Poi c'è la vita extra lavorativa, e su quella magari qualche dubbio c'è, ma è mio, e non è detto che tocchi tutti gli animi.
Per esempio, è molto difficile trovare della frutta e della verdura che sappiano da qualcosa, magari qui sull'Isola è più difficile che nelle città, ma la tendenza è questa.
Non ci sono le montagne, e il paesaggio è noiosissimo e finto (vedi qui per dettagli), e il mare te lo puoi godere una media di circa cinque giorni all'anno, anche se vivi sulla spiaggia. Gli altri 360 giorni all'anno o piove o fa troppo freddo per godersi veramente l'aria aperta, ed io, un pochino, su questo, ci soffro.
Certo, la tua soglia di tolleranza alle intemperie di alzerà di molto, rendendoti forse una persona più forte, non per questo migliore, sicuramente più impermeabile.
A volte però questi cieli bassi e questi campi ordinati si lacerano di colori così violenti, tragici, spiazzanti, da togliere il fiato. Si impara così che il caro Van Gogh non ha inventato nulla, ha solo urlato sulla tela quel che vedeva dalla finestra, o quel che il suo cuore ricordava del paesaggio.
Poi c'è la lingua, grande nemica di tutti noi espatriati scientifici d'Olanda, che non riusciamo a imparare perché pochi son gli olandesi con cui vuoi o hai la possibilità di parlare.
Dove con parlare intendo intrattenere un discorso che vada al di là della semplice cortesia, che non manca mai, per carità, e i soliti scambi di battute che chiunque non sia italiano propone quando ci incontra per la prima volta.
A me, per esempio, è andata meglio che ad altri, sull'Isola. Sull'Isola, c'è meno "agenda", e più spirito di collaborazione, perché si è un po' tutti sulla stessa barca, e non c'è veramente un'opzione diversa che non sia quella di frequentare i colleghi.
Sulla vita cittadina non mi pronuncio, ma quel che vedo e prevedo è che chiunque arrivi è accolto e inglobato nella comunità degli internazionali, alla quale, saltuariamente, si uniscono sparuti belgi e olandesi.
Probabilmente conoscendo la lingua è diverso, però.
Ah, quasi dimenticavo, un altro pro (forse) della Neerlandia: i fan di qualsiasi festival di cinema, d'arte, sport, di letteratura, di rassegne, di sculture, documentari, mode, hipsterismo, cucina, arredamento, festival di banche, di musica, di circo, di locali alla moda, di locali non più di moda, birre, vini, pane, danza, i fan di festival di festival, insomma, troveranno qui il loro paradiso. Sempre che prenotino con almeno due mesi di anticipo, ma a questo, giuro, ci si abitua.
Che altro?
Provo a pensare a un ultimo pro e a un ultimo contro. Pro: la bicicletta ha la precedenza su qualsiasi altro mezzo di trasporto, e comunque i mezzi pubblici funzionano e capillarmente (a parte sull'Isola, ovviamente, ma so che su questo non è rappresentativa del paese). Chi si trasferisce qui, può tranquillamente sbarazzarsi dell'auto. Contro: è un paese ricco, circondato da paesi uguali a lui (ssssh, non ditelo agli olandesi!) che non è quindi abituato a confrontarsi con il diverso, con la povertà che c'è anche qui, ma è nascosta, un paese in cui tutto quello che è "altro" ha sì una certa bellezza in quanto esotico, ma non è certo giusto o buono, né men che meno migliore che in Olanda. E questo è un giudizio a priori, immutabile. Non ammettono neppure che il loro pane, il pane in cassetta!, sia quantomeno più noioso del nostro. NO.
Le persone mettono il proprio salotto in mostra sulla strada per far vedere che non hanno nulla da nascondere, ma non riescono a fare un colpo di telefono all'amico se ha la febbre, e gli mandano un bigliettino con prestampata la scritta: auguri di pronta guarigione!.
Ecco, tutto questo per dire che alla fine fine, sotto sotto, non si vive poi così male. La tua vita sei tu e le persone che ti stanno intorno, non un paese intero.
Dopo tre anni, azzardo, ci sto quasi bene. Conosco tanta gente, saranno pure italiani, o olandesi, o messicani, non importa più. Ho il mio equilibrio, ho capito che ogni tanto me ne devo andare per un po' e farmi venire la nostalgia per la mia bicicletta, per poi poterci tornare con entusiasmo.
Il nostro lavoro ce lo permette, sia per i soldi, sia per il tempo, e su questo, davvero, non ci si può lamentare.
Io ci sto ancora un pochino, minimo un anno sicuro, e davvero, adesso, partire da qui è l'ultima cosa che voglio, per tutta una serie di ragioni, che, come dicevo, riguardano me e non tutti.
Un buon motivo per partire da qui è sicuramente il fatto che il piatto nazionale consista in delle patate schiacciate alla meno peggio insieme a dell'insalata cruda, ma per rimanere, al momento, di motivi ne trovo addirittura almeno due: il lavoro che ho iniziato, che mi piace e che voglio finire, e il nuovo coinquilino in arrivo, il Subirotamic in persona, che voglio proprio vedere come facciamo a starci, nella casetta nel bosco.
Ecco, questo mi pare sia il mio punto di vista sull'Olanda. A questo, si devono ovviamente aggiungere i fili che legano ciascuno di noi al nostro Paese, al nostro paese, ma questa è davvero un'altra storia, e son già stata troppo lunga così.

Al mio amico, e a un po' tutti gli espatriati del mondo, se vogliamo, auguro allora di trovare dei buoni motivi per rimanere - o per partire, è uguale - che non siano legati né ai soldi, né alla pigrizia, che non siano legati alla noia, né alla rabbia, ma che più semplicemente riguardino un presente che si ha voglia di vivere, e un futuro che si ha lo slancio di costruire.

03 dicembre 2012

Invece sì: Heidelberg 2012

Molti chilometri e molte genti separano Heidelberg da Utrecht.
Eppure, anche quest'anno, ce l'abbiamo fatta, e alla grandissima!, e la festa di Heidelberg ha avuto luogo, a Utrecht. 
Ma tanto questo è un dettaglio minore, diciamocelo, perché la cosa più importante per la festa di Heidelberg a Utrecht, ma anche per la festa di Heidelberg a Heidelberg, non è certo Heidelberg; forse la cosa più importante è Trieste, che ancora più chilometri e genti separano da Utrecht (e da Heidelberg).
O forse, la cosa più importante, è semplicemente che si riesca a farla, in un'Heidelberg qualsiasi, che si riesca ad organizzare ogni anno, nonostante i chilometri e le genti, nonostante l'Europa sia grande, e il Mondo lo sia ancora di più. Che si abbia la voglia di ballare, nonostante la pioggia, la neve, il buon senso. 
Heidelberg è una metafesta per festeggiare la festa, e noi con lei, in barba alla Segreteria dell'Università degli Studi di Trieste, che, quando ho interpellata, anni fa, per capire come fare a trasferirmi lì, mi ha risposto, senza esitazioni, no se pol.
Invece sì.

Grazie a tutti! E' stato meraviglioso, e saggio.
Chissà dove cadrà Heidelberg, l'anno prossimo...

29 novembre 2012

L'aquilone da borsetta

Prima di trasferirmi sull'Isola, devo essere onesta, non mi era mai capitato.
Da quando son qui produco, e con una certa frequenza, un rifiuto che mi è nuovo: il filo d'aquilone sfibrato, spezzato, strappato, stanco dal vento.
Eh già, non siamo solo noi umani, quindi, a sentirlo!
Mi son allora data all'uncinetto estremo, addirittura volante, e ho raccolto tutti questi fili in un aquilone da borsetta, nuvola bizzosa e leggera, che volteggerà d'ora in poi nelle mie borse, zaini, e valigie.

Oh cielo, che stile la foderina azzurro cielo (che c'è, ma non si vede)!
Per il momento, i bottoni sono anch'essi un riciclìo, perline geometriche e spagnole, ma la caccia al vero bottone è aperta: dove posso trovare due piccoli Soli di legno?
E a proposito, se sapete, dove posso trovarne uno di grande, e caldo, e acceso?
Avevo intenzione di appuntarlo nel cielo, che qui è da un po' che non si vede.

11 novembre 2012

Sint Maarten!

Il duomo di Utrecht, che nel 1674 una tromba d'aria ha diviso in due, chiesa di qua e torre campanaria di là, è dedicato proprio a questo santo, il quale, si intuisce ora, non era quindi abituato a spezzare soltanto mantelli...

Noi, invece, si spezza pasta frolla, come da gentile tradizione!


Notare il galoppo lanciato dei cavalli, dovuto alle ridotte dimensioni del forno  utilizzato...

Buon San Martino a tutti!

05 novembre 2012

Poesiola alla mia Luna del Lunedì (o "del mio Lampione")

La mia Luna del Lunedì
è un lampione
fuori
dalla finestra,
fuori
dall'officina meccanica,
un lampione
che oscilla
ed illumina
il fuori.

Quando è chiaro,
scompare.

Quando è buio
il mio ufficio
e la mia Luna
risplendono,
uniche luci dell'edificio,
costellazione del Tardi,
e non son neanche le sei.

Quando è giorno,
scompare.
Quando è notte,
lavora con me.

Quest'estate non c'era.
O forse,
non so.
Quest'estate
non è stato mai buio.

30 ottobre 2012

Paesi Bassi, acqua alta.

Dopo aver provato "nog een keertje" ad atterrare, come ci ha comunicato il comandante (letteralmente: ancora una voltina), avendo fallito il primo, di tentativino di atterraggino, abbiamo finalmente toccato il suolo neerlandese, bucando la spessa coltre di nuvole irrequiete che ci impediva la discesa.
La cabina è silenziosa, dopo quest'arrivo turbolento, sobbalzante, spiacevole, ancora spaesata dal miracolo aereo.
Forse è per questo che il commento di un passeggero risuona indisturbato per il corridoio:

- Ghe sboro, so 'ndà via da Venessia, ma ghe xe acqua alta anca qua.

Fuori dal finestrino, la pista d'atterraggio lucida di pioggia. 
Quasi uno specchio d'acqua, in effetti.
Quanta poesia.

27 ottobre 2012

Poesiola della pioggia d'Ottobre


Piove anche a casa, piove salmastro, sapore di sale,
odore di laguna, strade lucide
di pozzanghere,
acqua da sopra, acqua da sotto.
Piove diverso, da Isola a Isola,
sto imparando a distinguere
le gocce
dalle gocce.

File di ombrelli, archi di ponti,
barche che suonano,
tamburellate
da schizzi di cielo.

25 settembre 2012

Windguru e le sue sfumature purpuree

Io non conoscevo questo sito, windguru, prima di venire ad abitare sull'Isola. 
Ci trovi le previsioni del vento e delle onde, nelle zone costiere.
Ieri, in orario di rientro dal lavoro, per la mia Isola dava:



Se non sapete immaginarvi cosa vogliano dire quel colore purpureo, e quei numerini tra il 6 e il 9, vi aiuto. 
Il vento proveniva da Sud, Sud-Ovest, e la strada dal mio ufficio a casa è perfettamente in direzione Nord-Est. Ah, quasi dimenticavo, e pioveva.
Risultato:
davanti
dietro
Morale: se su windguru vedete qualcosa dal rosa in su, non uscite dall'ufficio. Se in più piove, allora avete sbagliato ad uscire di casa, quella mattina! 
Anche se, bisogna ammetterlo, le ferite da pioggia orizzontale sono una cosa che solo noi isolani, pochi e fortunati, possiamo sfoggiare...

24 settembre 2012

La piccola impresa di Settembre.

Ce l'ho fatta! Ho compiuto l'impresa di Settembre!
Circa 110 chilometri pedalati tutti in un giorno, su bici abbagagliata, in compagnia del possente Subirotamic.

Ancora in Olanda, ma il bicicartello già annuncia l'Inghilterra.
I chilometri in questione son quelli che separano il porto di Harwich dalla città di Cambridge, ma questi son solo dettagli.
La cosa più importante è stata la strada sottile, che ci ha portato, dopo una notte in traghetto, chilometro dopo chilometro, anzi, miglio dopo miglio, dalla nebbia mattiniera e surreale della marina alla campagna dolce, alle colline, alla pianura, alla città, procedendo decisi verso ovest.

In ferry, bici pronte ad attraversare la Manica.
Una giornata d'Estate inaspettata, in Inghilterra, un cielo blu senza nuvole, gli alberi disordinati che tanto ci mancano qui in Olanda ad offrirci un po' d'ombra, le sudate salite, e agognate discese, anche loro ormai rare nei nostri recenti orizzonti allargati e totali.

Una fatica condivisa, una bella soddisfazione.

Da sinistra a destra: l'autunno, la mia bici, me, Subirotamic, il Churchill College e la bici di Subirotamic.
All'impresa di Settembre son seguite due settimane di scuola estiva, impresa quest'ultima di tutt'altro stampo e, peraltro, altrettanto totalizzante.
Alla scuola, son sopravvissuta a stento, sto ancora cercando di raccogliere pezzettini di me, che ho lasciato in giro, tra l'Italia, l'Olanda, l'espatrio, nuove conoscenze sparse per il Mondo, compagni di viaggio, e il lavoro.
Ma l'impresa di Settembre di cui vi volevo render parte è la pedalata, non la scuola, e a quella son sopravvissuta alla grande.
Il trucco? 
Essere in due, mai smettere di pedalare, e ricordarsi a vicenda, a intervalli regolari di tempo e di spazio, di tenere, controvoglia, la sinistra.

05 settembre 2012

Per la via.

L'altro giorno, pedalando quei sette chilometri che mi separano da un qualsiasi negozio di generi alimentari, mi son resa conto di aver aperto bocca in tutto quattro volte, tra l'altro, senza riuscire ad evitare di ingurgitare la mia dose quotidiana di moschini - povero il mio vegetarianesimo, dove andrà a finire, di questo passo!
Le occasioni sono state, nell'ordine:

1. "Orrenda creatura...", sussurrato ad una delle pecore che vivono qui sulla mia diga. Mi piacerebbero bianche e belanti e spumose, come le pecore dei sogni, che saltano staccionate in legno, e hanno fiori fra i denti, invece, siamo onesti: queste qui, spesso cagano mentre mangiano, ruttano, son marroni e infeltrite di pioggia.
Ecco, mi sembra che la minuziosa descrizione giustifichi l'appellativo da me assegnato loro in corsa.

2. "Mister capraaaaaaaaaaa", gridato a Mister Capra, la capra mia vicina di casa, che ogni volta che passo di lì, esce dalla sua casetta e mi intona un saluto come solo lei sa fare. Per chi non lo conoscesse, Mister Capra è lui, e abita qui sull'Isola. Le montagne sullo sfondo del video, come ovvio, son finte, son disegnate.

3. "Bruco!", quando un bruco pelosissimo mi ha sorpresa dal lato destro, ed è venuto con me, lungo la strada, per pochi centimetri.
Che sia uno di quelli velenosi che ti fanno arrossare la pelle al contatto? Non pensiamoci e pedaliamo via veloci, prima che un colpo di vento me lo scaraventi su di un polpaccio, fugando così ogni dubbio riguardo il suo grado di pericolosità.

4. "Oooc-cio!", tipica esclamazione da veneziana alla guida di un qualsiasi mezzo, in questo particolare caso rivolta da una bici ad un impavido riccio pedone, deciso ad attraversare la pista ciclabile proprio al mio passaggio.

Ecco, questi insomma son stati gli incontri fra la manciata di casupole dove abito e il negozio, in centro.

A volte penso cosa ne sarà di me, quando ritornerò a vivere nella civiltà. Dovrò reimparare a parlare con gli umani, e smetterla di ostinarmi a parlare con tutti gli animali che incontro per la via?

Conclusione della storia: al supermercato ho poi  intravisto una tizia che conosco e mi son nascosta tra gli scaffali per non dover fingere un cordiale scambio di parole.

A volte penso proprio cosa ne sarà di me, quando ritornerò a vivere nella civiltà.

03 settembre 2012

La fuga.


Nella mia testa, doveva custodire uno di quei quasi telefoni che si accarezzano, che dentro c'hanno internet, e tutto il resto. 
Non mio, sia mai, quello di Subirotamic. 

Avevo quasi finito, quando, giusto prima che le tagliassi gli ultimi fili, la mia nuova creaturina buffa è salterellata via così, ridacchiando, sulle sue zampine.

Strane cose, vengon fuori, all'uncinetto.



27 agosto 2012

Bartolomeo, e pensieri sui guanti.

Torno ora dal lavoro sotto un cielo viola, greve di pioggia e trafitto da raggi obliqui, da una luce di un tramonto che no, così presto non me lo ricordavo proprio, potesse esserci.
Come è facile dimenticare l'inverno, impara Anna sull'Isola.

Tutto questo mi ricorda di appuntare qui due cose, due intuizioni di fine estate.

La prima, in bici, tornando a casa nella notte, dopo una cena da amici.
Pedalo sotto un'inconsueta valanga di stelle. E' buio pesto ed è solo mezzanotte, devo accendere le luci, non lo facevo da giugno, ed un pensiero mi accompagna lungo la strada di casa: se avessi i guanti! se avessi i guanti li indosserei volentieri. Che sia legale, a fine Agosto?

La seconda invece più che un'intuizione  è un'infatuazione, che spero si prolunghi fino a tardo inverno, e poi chissà. Si chiama Bartolomeo, ed eccolo qui: è un piantotto grasso e coloratissimo, che non ho potuto lasciare sullo scaffale del fioraio.


Ho pensato che avrebbe portato in salotto un po' di quell'allegria che mi instillano le piante grasse, riscaldando un po' l'atmosfera vegetale della casa, per il momento costituita solamente da Franca, la pianta spettinata, e Nicola, il mio basilico palma.
In più, la metafora di vitalità a tutti i costi che ogni pianta grassa porta con sé, è di certo un buon augurio che mi faccio, e vi faccio, all'inizio in quest'ultimo, lungo inverno isolano.

Per adesso funziona,  Bartolomeo mi accoglie paffuto e curioso quando torno a casa un po' stanca, sotto un cielo viola e greve di pioggia e trafitto di tramonto, e mi fa sorridere, proprio come oggi.

22 agosto 2012

Prove di fashion blogging. Oh yeah! (credo)

Avvertenza: questo post è il prodotto di una mia recente scoperta e va maneggiato con ironia. Dunque, la ragazza di un tizio che conosco, autoctono qui dell'Isola, e dunque una persona reale, che ho incontrata e calpesta questa mia stessa sabbia, è una fashion blogger! 
La cosa mi ha veramente colpita, in quanto lei, e tante altre ragazze come lei, a quanto pare, spende davvero del tempo delle sue preziose giornate (e non poco, vi dirò) a scrivere di abbigliamento, di accessori, borse, scarpe, vestiti e pettinature, a fotografarsi mentre prova diverse combinazioni e a prendere tutta questa roba SUL SERIO.
So che non dovrei sorprendermi troppo di tutto ciò, che il mondo ne è pieno, di queste cose, ma diciamocelo, finché non le incontri di persona, non ci credi fino in fondo. E' un po' come con i lepricani, insomma.
Ad ogni modo, pare che questa ragazza pure ci guadagni, che le case di moda le regalino buoni sconto da spendere nei loro negozi, o le mandino questo o quel paio di scarpe da provare e sul quale scrivere o meno un post, insomma, si possa tirar su un bisnizzo, come si direbbe a Trieste, dall'essere fashion blogger.
Credo nella buona fede e nella passione che anima questa ragazza a essere così prolifica di parole riguardo a oggetti che davanti ai miei occhi non hanno valore alcuno, se non quello di coprirci dalle intemperie dell'Isola - se lo fanno! e non tutto quello che propone è antivento, antipioggia, antiolanda - così mi son messa in testa di fare questo personale studio psicocreativo, e improvvisarmi anche io fashion blogger per un giorno. Per vedere cosa si prova. Se riesco a entrare nella testa delle persone che non sono me. 
Ah, e poi, certo, per vedere se qualcuno mi regala qualcosa. 

Ciao a tutte!!!!!!!!  (quantità ridicole di punti esclamativi costellano sempre i fashion post, ho studiato)
Anche voi di ritorno dalle vacanze???? (e anche di punti di domanda, mi pare di aver capito)
Oggi è stato il mio primo giorno di ufficio, ma dopo solo 5 secondi non ce la facevo già più!!!!!
Ma dove sono il sole, il mare, il caldo e la spiaggia?? Così ho pensato: cosa c'è di meglio di una passeggiata in centro dopo il lavoro, e spulciare tra le cose dimenticate ancora sugli scaffali in questi ultimi giorni di saldi?
Borsina, side view.

Risultato: mi sono regalata questa deliziosa borsina (no, in effetti questa cosa una vera fashion blogger non la direbbe mai - deliziosa borsina - ma non posso mentire, la verità è che proprio una deliziosa borsina!):
Borsina, top view.

non è carina? Finta pelle, con cerniera e ulteriore taschina cernierata. La tracolla si può togliere facilmente, e la si può utilizzare come simpatica pochette. Ma soprattutto, il colore: lo adoro!!!! E voi?
E' quel verdeblupetrolio che va benissimo con un sacco di outfit (parola che ho scoperto usatissima in questo tipo di post, anche nelle loro versioni italiane) diversi: da un matrimonio in Primavera a un aperitivo sotto i portici, o a una passeggiata con le amiche, o perché no, con la mamma a fare shopping!

Borsina, in atteggiamento disinvolto

L'ho pagata pochissimo, più o meno l'equivalente del prezzo attuale di una ventina di zucchine di grossa taglia in un supermercato olandese qualsiasi, e domani sarà lei a darmi la carica per andare al lavoro!!!!! 
Un bacio a tutte, alla prossima borsa, il cui prezzo verrà dato presumibilmente in uova di Pasqua equivalenti, o altro, a seconda della stagione.
Ciaoooooooooooooooooo

Ecco, come son andata?
Devo dire che tutti questi punti esclamativi sono rilassanti, da pigiare, solleticano le dita.
Vorrei lasciarvi così senza commenti e senza giudizi, anche voi a pensare per un attimo a quanti punti esclamativi in questo momento stanno riempiendo la rete, a proposito di borsette e scarpine, però poi penso che alla fine,  la borsina, me la son comprata davvero, e me la godrò tutta domani andando in ufficio. La lezione imparata dal mio studio è quindi: è difficile collocarsi fra fashion blogger e contrari. In fondo, son una principessa anche io, e gli specchietti e i lustrini brillano pure per me. 
Fine della morale. 
Concludo, stavolta davvero, in bellezza, grazie al semper fabulosus Google Translate, che traduce così, dal Neerlandese, la descrizione ufficiale della mia nuova borsina, presa pari pari dal sito del negozio:

Frizione di finta pelle con tracolla regolabile e staccabile. Sotto il lembo della borsa ha una tasca aggiuntiva con zip. Al suo interno la borsa ha una tasca con zip e una cabina telefonica

E io che l'ho presa proprio perché era piccina. 
La cabina, sarà per la luce che c'era nel negozio, proprio non l'avevo notata.

20 agosto 2012

2012 Gibilterra/1


Stella stellina
la notte si avvicina:
la fiamma traballa,
la mucca è nella stalla.
La mucca e il suo vitello,
la pecora e l'agnello,
- il cargo col battello,
la scimmia coi piccini -
 la chioccia coi pulcini,
ognuno ha i suoi bambini
ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna!

06 agosto 2012

Impression, lune levant.


Venerdì sera, dall'alto della diga davanti a casa
 
Migro al Sud a caccia di un pochino d'estate. 
Seguo gli stormi che già attraversano i cieli dell'Isola, tessendo ricami sottili, scuri e chiassosi.
Lascio qui a voi un'alba di Luna e quest'atmosfera blu, semplicemente perché sono bellissime.
Sono una buona ragione per tornare, e ne avrò bisogno.



01 agosto 2012

Minuscoli drammi quotidiani/6

Ho perso la mia macchina fotografica, me tapina.

Domenica eravamo, la macchina e io, entrambe bagnate e infreddolite, e così l'ho dimenticata, piccola, verde, e indifesa, nella grande canoa blu con cui avevo appena concluso uno splendido giro per i canali di Utrecht e campagna limitrofa.

Peccato, perché il giro con prospettiva acquatica è stato proprio bello. Avevo infatti scattato parecchie fotografie, alcune delle quali già titolate: "Forme dell'Acqua e della Terra", "Forme della Luce e della Strada" e così via, insomma un sacco di artismo tutto in un giorno solo.

Credo di essere stata punita. 

Addio, macchinina verde lucertola!


19 luglio 2012

Schifol e musica.

Me ne stavo a perder tempo a Schiphol, l'aeroporto di Amsterdam, altrimenti conosciuto come Schifol, anche se in realtà è proprio un bell'aeroporto, a dirla tutta, bisogna darne atto.
Me ne stavo, come dicevo, a girovagare ancora nella zona tra i treni e gli aerei, quando, all'improvviso, tra il chiacchierio generale dei posti affollati, sento nell'aria le prime note di una banda. Bello! Cerco di capire da dove viene quest'allegra musichina, e mentre ne inseguo il motivetto, vedo il sorriso comparire via via sulla faccia di tutte le persone, che iniziano ad accennare passi di danza sempre più espliciti.

Vecchi e bambini, coppie, famiglie, gruppi vacanze, stracarichi di valigie, si prendevano per mano e ballavano tra l'annuncio degli arrivi e il cartellone delle partenze, in un'atmosfera surreale, che però devo dire, ho apprezzato moltissimo.
Che strano modo di salutarmi, quest'Olanda, sull'Isola un diluvio universale, qui questa allegria diffusa e contagiosa.

Spinta da estremo apprezzamento per la mia patria temporanea, ho pensato quindi di celebrarne le gesta comprando un cartoccio di patate fritte e maionese - mi son regalata un pranzo tipico, diciamo - e godermi lo spettacolo dei musici insieme a quel pubblico improvvisato.

A suonare era una banda militare, in un angolo dello spiazzo centrale, vicino ai vetri che ci riparavano tutti dalla pioggia ancora fitta. Tutti sorridevano, tutti si muovevano a tempo, e tutto, per un attimo è sembrato possibile: finite le patatine, infatti, mi son allontanata sulle note di una "Kiss" di Prince, cantata con passione da un biondissimo e altissimo soldato, che, in divisa, gridava a quel microcosmo aeroportuale come le uniche cose al mondo di cui lui avesse bisogno fossero il tempo libero e baci della sua bella.
 
Niente bombe o pistole, solo baci.
A raccontarla così, quasi, non ci credo più neanche io.

11 luglio 2012

Savana stagionale

intorno alle 20.30, intorno alle  22.
C'è un po' di malinconia, sull'Isola. 
Con l'estate qualcuno parte, qualcuno arriva, qualcuno resta. In generale, qui, si migra. Non sempre però con l'eleganza di uno stormo numeroso, anzi, più spesso si migra da soli, con un passo un po' stanco, appesantito da troppi bagagli, verso non si sa bene cosa.

C'è chi questo lo chiama fuga dei cervelli, chi lo chiamo precariato internazionale, chi lo definisce una splendida esperienza di ricerca all'estero.

Io non lo so ancora, come chiamarlo, ma mi son resa conto che a volte, con tutta questa gente in giro, uno finisce per sentirsi un pochino a casa dovunque, in certi periodi, con certe persone, temporaneamente, ecco.

In questi giorni si spezza uno di questi momenti, così, dicevo, c'è un po' di malinconia, sull'Isola.

Cerco di non farla diventare troppa, però.
In fondo, è estate anche qui: tempo di prossime allegre partenze per me, tempo della tranquillità data da giornate lunghissime, da tramonti dorati, aranciati, rosati, tempo della mia savana satagionale, proprio qui, dietro casa.





20 giugno 2012

Poesiola delle Mani Abili

A Berlino,
in un mercatino
ha acquistato la stoffa.
Notare la luce crepuscolare delle 22.30











 
Poi in un mese,
senza pretese,
ha maturato la stoffa.

E questa sera,
più chiara che nera,
con fuori la luce,
ma Anna è che cuce,
in sole due ore tra il dire e il fare
quei buffi maiali li può indossare.

Domani è deciso, domani li sfoggia,
anche se ornati da gocce di pioggia.





22 maggio 2012

Seminare l'altrove.


Sperando nel tepore nordico di questi giorni, al riparo dal vento e (parzialmente) dalle intemperie, ho seminato quassù un pochino di Cuba.
Mi spiego: ho seminato questa pianta, a quanto pare. 
Io l'ho conosciuta a Cuba, questa bizzarra pianta timidina, ma i semi me li ha spediti qui in Olanda un amico di vicino-a-Treviso, che ho conosciuto a Padova, ma al momento vive a Milano, il quale a sua volta se li e' procurati da un conoscente siciliano.

Vedremo cosa ne verrà fuori, in tutta questa confusione di luoghi.
Io, infatti, ho seminato qui sull'Isola, ma se non spunta niente, non mi preoccupo: magari i semi, dopo tanto viaggiare, si sbaglieranno, e germineranno altrove.

Sono sicura sarà una pianta bellissima.

21 maggio 2012

Del piccolo e del grande, del vuoto e del pieno.

Questo fine settimana ho fatto una gita a Berlino. Non c'ero mai stata prima, e ancora non l'ho capita del tutto, come città. Ci tornerò.
Ci son tante cose importanti da vedere, tanto Passato, e tanto Futuro,  però oggi vi scrivo solo di una cosa piccolissima, di un dettaglio che mi ha colpito in particolare.
Per tutto il tempo, a piedi, con i mezzi pubblici, o in bicicletta, non ho fatto altro che meravigliarmi di quanto gli spazi fossero giganti, di quanto tutto fosse lontano, di quanto distassero le fermate della metro l'una dall'altra, le fermate del tram, dei bus, del treno, le une dalle altre, i quartieri, i ponti, i palazzoni e le piazzucole.
Una città immensa, mi è sembrata.


Karl-Max Allee, Berlino.

Poi, nel passeggio assolato del sabato mattina, in una piazza affollata di mercato, ho incontrato una ragazza di Venezia, che conosco dalla mia vita precedente all'Isola.
Robe da matti, le strade che si incrociano, e la sincronia dei vagabondaggi. 
Par di stare a Cannaregio.

In ogni caso lei a Berlino ci vive.
Ma  a Venezia, ci è rimasto qualcuno?

12 maggio 2012

Il peperone allegro.

"Senti come grida il peperone..." cantava qualcuno. E nel mio bestiario immaginario il peperone gridava affettato,  gridava, magari non proprio di dolore, ma in ogni caso di rabbia, gridava una sua verità, che nessuno era in grado di sentire.

Ho recentemente scoperto, invece, il motivo effettivo del suo gridare, e sono lieta di poterlo condividere con voi oggi, avendo sotto mano delle prove schiaccianti.

Ho paparazzato questo peperone a sua insaputa, se ne stava spaparanzato su di un un tagliere e... rideva!
Le grida non sono altro che risate sguaiate che il peperone non riesce a trattenere.

Chissà se è perché gli fanno solletico i semini, o, perché, semplicemente, i peperoni crescono allegri di Natura.
Fatto sta che, dopo aver mangiato la peperonata, è venuto da ridere a tutti.
Allegrofagismo?

08 maggio 2012

Expertise in International Illogic Problem Solving

Drin. Driiiin. Rispondo:
- Pronto!
- Piscina Molenkoog?!
- No, guardi, credo lei abbia sbagliato numero.
- No, io chiamo dalla piscina Molenkoog.

 [disguido causato dall'uso della lingua olandese anziche' di una delle svariate lingue in cui almeno avrei intuito l'intonazione della frase]

- Ah bene, chi cercate?
- Anna. Lei ieri era in piscina giusto?

[si passa all'inglese, meglio]
 
- Si'! 

[Oh no, forse hanno letto il post di ieri e mi vogliono espellere dal comune dell'Isola...oppure mi vogliono dare un premio per essere andata a nuotare con 11 gradi e cielo parzialmente coperto, si', e' piu' plausbile, in effetti, chissa' cosa mi regalano...]

- Abbiamo il suo numero di telefono perche' ce lo ha dato lei quando ha acquistato l'abbonamento stagionale fino a Settembre...

[Mannaggia a me, fino a Settembre, quando le temperature sfioreranno gli 8/9 gradi, non me lo ricordi per carita']

 ... per caso ieri ha perso il cellulare? 

- ??? ma..[spiazzamento generale]..lei mi sta chiamando al cellulare! Direi che quindi l'ho qui con me...credo...[spiazzamento generale, nuovamente]

- Ah giusto! Ma sa, ieri ne abbiamo trovato uno qui negli spogliatoi, uno con molti nomi stranieri, e lei, beh, lei  e' straniera. Magari uno dei suoi amici...

- Magari si', ora chiedo. Grazie mille per aver chiamato, le faro' sapere.

[Nonostante la domanda illogica, la mitologica Signora della Piscina ha fatto centro: vado subito a informare dell'accaduto il mio dutch-collega, il quale, ieri, sfidando in un colpo solo le temperature nordiche e la devozione della fidanzata inglese, ha trascinato la suddetta a sguazzare tra le corsie. Al corrente della situazione, il dutch-collega chiama prontamente al cellulare la fidanzata e ...]

Tuuu. Tuuuu.

- Piscina Molenkoog?!
 
Beccata!

Nessun regalo in cambio della mia ipotermia, stavolta, ma una nuova, preziosa, voce da inserire nel curriculum.

07 maggio 2012

Teoria d'Estate

Lo so, lo so che è ancora inizio Maggio, ma qui il comune dell'Isola ha deciso che sì, dal Primo Maggio ci si può approssimativamente considerare in Estate, o almeno nella parte dell'anno che va sotto il nome di "bella stagione", e sì, l'audace sportivo insulare è pronto per passare dalla piscina coperta, ora dominio esclusivo e privilegiato del turista profumatamente pagante, a quella all'aperto.
Chi, io? No no no, non sono pronta, mi aggiro ancora con sciarpa e cappello di lana, e se me li fossi ricordati, avrei pure i guanti...non è possibile che io nuoti all'aperto!

Ma sulla sentenza del comune non si discute.

Così, oggi, 7 Maggio 2012, ho inaugurato la mia personale stagione estiva di allenamenti in piscina outdoor.

Temperatura dell'aria: 11 gradi Celsius.
Temperatura dell'acqua: 25 gradi Celsius. 
Vento: 4 Bft, 23 km/h.
Risultato: freddo.

Morale: la mia teoria d'Estate è diversa, e migliore, di quella che hanno i messi comunali quassù.

Ed ora vado a prepararmi la borsa dell'acqua calda, tanto per inaugurare quest'anticipo d'Estate.
Salute!


 

14 marzo 2012

Minuscoli drammi quotidiani/5

E' che ieri sono andata per un solo, singolissimo giorno a lavorare a A'dam, ed ecco, improvvisamente, mi son resa conto che la frase "Faccio il dottorato in Olanda" potrebbe avere un suono molto diverso da questo belare di agnellini appena nati, da questo fruscio di fiori che sbocciano, di gemme che si argentano, di vento, di mare, di nebbia e di sabbia. 

Potrebbe suonare come ad A'dam, e allora, tutto questo idillio primaverile dell'Isola, me lo godrei, credo, semplicemente, di più.

Certo, forse è stata solo l'impressione di un singolissimo giorno.
Forse, se stessi dall'altra parte, questo idillio primaverile dell'Isola, mica lo vedrei.
Forse, forse.

01 marzo 2012

Global & Colon (izzazioni)

Due fatti.
Primo. Mi giunge dall'amata Cuba un finto documentario, girato dai ragazzi conosciuti a Sancti Spiritus, su una fantomatica colonizzazione italiana dell'isola (visto l'elevatissimo numero di compatrioti che, per un motivo o per l'altro, ultimamente si aggira per questa cittadina). Mezz'ora di sarcasmo cubano condito con pesto e nutella: semplicemente, un capolavoro.
Secondo: una cena fra colleghi, tre olandesi, due italiane e un messicano, dove si è mangiato cosine cosucce cosette in agrodolce autopreparate, e, per finire, banane impastellate e fritte, con cocco spadellato e gelato fiordilatte, tipico dolce olandese di tradizione indonesiana.

Va bene la nostalgia di casa, va bene il ritorno alla terra e alle origini, va bene la semplicità e il chilometro zero, ma io ancora mi faccio travolgere dall'internazionalità, a volte, e non riesco a non sorridere, al pensiero di avere il Mondo in tasca, l'orizzonte aperto davanti a me, e una strada che mi porta dappertutto.

Poi lo so che non è tutto oro quel che entusiasma, ma per l'appunto hanno dato il nome di un pezzo di intestino, a tutte quelle cose brutte che l'accorciare delle distanze porta con sé.
No?

29 febbraio 2012

Ventinò.

Se penso a quattro anni fa, oggi, mi sembra quasi sia passato appena un anno...
Il tempo vola, davvero, e io, volo con lui.
Buon Ventinove Febbraio, ce lo siamo meritato, tutti.

28 febbraio 2012

Red3

Senza farlo apposta, il nuovo guscetto del mio piccì è dello stesso colore - preciso preciso - della mia fedele borsa dell'acqua calda.
Al momento, come quasi tutte le sere di questo Inverno, lei mi sta accoccolata sulla pancia, a scaldarmi. 
Il piccì, invece, stasera, mi ha trasportato per un poco in un salotto di Juba, e anche questo, in un modo tutto suo e straordinario, scalda via la notte di una giornata tanto grigia.
Sarà il colore del fuoco, sarà il calore della tecnologia...

27 febbraio 2012

Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi...

Ho sempre pensato di essere una persona nata in città e che dico, in Città, a cui però sarebbe piaciuto nascere circondata dalla saggezza e lentezza della campagna, della Natura, dal nozionismo diffuso nel campo agrario e nel campo e basta.
Ora, da ormai un bel po', vivo in campagna, e che dico, in Campagna.
Torno a casa nella notte in bicicletta, nel fuggi fuggi generale delle lepri.
Compro le uova, le patate, le cipolle i cavoli e i tulipani dai vicini, e le stagioni incidono sul mio quotidiano come mai prima d'ora.

Detto così, sembra bellissimo, vibrazioni positive a go go e riconciliazione con la Terra.
... ma devo ammettere che mi capita spesso, anche di questi giorni di crochi e bucaneve a punteggiare il mio giardino, di pensare che in fondo in fondo, sul lungo termine, io non lo so più se fa per me, questa vita di finta, piatta, sottomarina, campagna olandese.

26 febbraio 2012

Rivoluzione personale a costo e a chilometro zero

Disamorati del vostro quotidiano? I colleghi sembrano pupazzi, ai quali è stato assegnato un personaggio da cui non si discostano e non si discosteranno mai? Il vostro lavoro vi appare artificioso e artificiale, allo stesso momento ambizioso, pretenzioso, e del tutto inconcludente? Non riuscite a capire quale sia il vostro ruolo, oggi?
Fate come me: concedetevi una rivoluzione a costo e a chilometro zero. Andate in camera da letto, e ruotate di novanta gradi tutto il mobilio, il letto, il comodino, l'armadio, per chi ha il lusso di averne uno.
La luce vi sveglierà da un lato inaspettato, domani, e avrete la sensazione di essere in un posto nuovo, più vitale e ispirante, fatto tutto di possibilità.
Vi sveglierete una persona nuova, lo assicuro!, e con lei potrete, se siete fortunati, ritornare alla vostra vita con prospettiva rivoluzionata, o meglio, ruotata, di un quarto di giro.
Chissà che da questo lato, non sia tutto più chiaro.

08 febbraio 2012

2011 Cuba/4: Autogrill botanico.

In un autogrill, lungo la Caretera Central in direzione Viñales, un omino ci mostra la pianta che dorme, che se la tocchi, si rannicchia.
Prima, e dopo. Straordinario!

07 febbraio 2012

2011 Cuba/3: L'Habana, Parque Morro-Cabaña e primo impatto con il Che.

All'inizio siamo solo noi, a gironzolare per la fortezza, salendo scale senza ringhiere che portano forse proprio là, dove poco prima finiva questo arcobaleno tropicale.
All'inizio siamo solo noi, il vento, una musica chiassosa che stona un po'.
Poi, col calare del sole, pian piano il parco-forte si popola di umanità, le porte e le finestre si aprono e scopriamo esserci, tra i vari ristoranti e mostre ed esposizioni, alcune stanze con reliquie varie del Che, il fucile, la borsa, il rasoio, che bisognerà rifletterci ancora un po', su questo Che che sembra un santo, un eroe, e non se ne capisce la misura, ed è difficile ritrovarlo nei lamenti ormai stanchi, nelle restrizioni alla libertà personale, nella monotonia e nella poca prospettiva che affliggono tante vite e tanti lati della vita, qui.
Apollaiati su un merlo, allora, nella luce di un quasi tramonto, sul mare,  iniziamo a capire lui e insieme questo Paese, che, come la sua bandiera, ci danza davanti.

06 febbraio 2012

Una delle più belle cose d'Olanda

Post fotografico questo, perché non può davvero essere altrimenti.

Questo pomeriggio ho lasciato l'ufficio presto e l'Isola, l'Olanda, invece, mi ha lasciato senza fiato, e non per il freddo pungente, per il cielo azzurrissimo e per il Sole che picchiava nonostante la stagione.

Con un paio di pattini ai piedi, una lingua di ghiaccio mi ha portato tra le dune, dietro la spiaggia dell'Isola. Ed era semplicemente bellissimo, come solo la neve e il ghiaccio sanno dipingere il mondo.

Vorrei essere in grado di ricrearlo per voi a parole, il rumore di questo ghiaccio così scuro, a tratti, che sembra nascondere un abisso. Un abisso centimetrico è certo inoffensivo, ma la sensazione è quella di volare sull'acqua, di scivolarci sopra, e di suonare con le lame questa superficie come fosse uno strumento a percussione.
Rumore del ghiaccio quindi, delle lame, qualche oca scura a sorprendersi del tuo passaggio, la luce rosa di un tramonto lunghissimo, e lo scintillio di una giornata serena come sa esserlo solo qui. 
E' stato un bel pomeriggio, bisogna pur ammetterlo.


 




04 febbraio 2012

2011 Cuba/2 : in viaggio verso la bella.

Habana Vieja, zona del porto.
Da A'dam a Cuba: una breve sosta a Madrid con panino alla tortilla, e poi solo il tramonto perpetuo di chi viaggia verso Ovest al crepuscolo.
Una volta a terra, probabilmente dovrei stupirmi dei volti, delle divise, del Paese che mi accoglie, della foto che mi viene fatta quando mi timbrano il visto, della guardia sanitaria che ci chiede se siamo in viaggio di nozze, oltre ad un euro per la sua collezione! Dovrei stupirmi di mille cose importanti, lo so, ma non ci riesco. La mia pelle mi grida che fa caldo, e io non sento nient'altro. Fa caldo! Tensione da freddino perpetuo neerlandese, esci dal mio corpo! Qui ci sono le palme e la gente cammina per le strade, di sera, e in sandali. 
Sono in un altro mondo.

E sono anche sveglia, come un grillo, alle 4.30, in un letto a L'Habana, sentendo tutte le 10.30 europee.
Mi dico che è meglio dormire, ed è pure facile convincermi.

03 febbraio 2012

2011 Cuba/1: si parte (probabilmente miliardarie)!

Vento ventaccio, oggi, che il mio zaino, nonostante le dimensioni ridottissime, faceva da vela, e mi strattonava a destra e a manca, per farmi perdere il ferry.
Ma ce l'ho fatta, ho lasciato l'Isola, primo passo verso la successiva. 
Tramonto rosa indaco grigio su mare agitato, a salutarmi.
Per la mia partenza e la sua, J. mi ha regalato un ciondolo da collana portafortuna, che in realtà è un fossile, recuperato in non so quale scatola di un suo amico geologo.
Io son stata onesta: le ho promesso che se vale un miliardo, faremo a metà.

02 febbraio 2012

Taccuini di viaggio.

Mi ripropongo di scrivere in questo blog, nei prossimi giorni, mesi, anni, alcuni estratti, liberamente riadattati, da miei taccuini di viaggio. 
Per chiarezza, cercherò di titolarli coerentemente. Incrociamo le dita.
Buon viaggio! 

01 febbraio 2012

Buon Anno!

Buon inizio 2012 a tutti, signore e signori. 
Con un mesetto di ritardo, ma ce l'ho fatta anche io a riprendere (quasi) tutte le fila della mia vita olandese.
Un mese di ritardo, sì, ma son giustificata!
Aspettavo, per un buon post inaugural-celebrativo, una sera d'inverno. Non potevo scrivere di buoni propositi, di futuri, senza il rumore del vento, il freddo cristallo che  ti ghiaccia la punta del naso. Non potevo proprio scrivere nulla senza aver prima pedalato nella neve croccante, quella che fa quel rumore, sotto le ruote, quel rumore che è come il rumore del silenzio, di un'isola tutta raccolta intorno alle luci calde dei salotti, al di là del vetro. 
Un'isola sulla quale hai la netta sensazione che tu sia l'unico essere ciclante ad andarsene a zonzo, ed è buio, e c'è il vento, e alla fine te lo chiedi pure tu perché mai tu sia da questa parte, di quei vetri.
Ieri è  stato tutto questo.
Quindi oggi, che son dalla parte giusta, da quella calda, posso finalmente inaugurare il mio personale anno bloggeristico: via!
Stagione strana nel suo complesso, in ogni caso, questa: a dicembre me ne sono migrata a Sud, in un altro Stato, ed è stato l'estate che non è stata. 
Poi il ritorno in Patria, senza neve, dove il Natale era l'unica traccia d'Inverno. Qui in Isola, fino a ieri, era così caldo che la mia salvia e il mio prezzemolo, che usualmente razzolano all'aperto davanti alla porta, ancora avevano foglie rigogliose e non accennavano a nessun letargo stagionale.
Insomma, questo gelo stordisce, ma rincuora.
Magari metterà in ordine le troppe idee che si son accumulate  fino ad ora: una Cuba che è ormai distante, ma che non dimentico, viaggi, persone nuove, vecchi amici e colleghi ipotetici, mari blu a sovrapporsi a sciate  sulla neve finta e sull'asfalto. 
Finalmente è arrivato il tempo di poltrona e coperta, per far sedimentare il caos, per raccogliere storie e per raccontarle.

Proposito uno, quindi, per quest'anno ancora giovanissimo: scrivere di più, scrivere meglio. Stavolta gli altri li mantengo in forma privata, che a non tutti interessano le mie personali paturnie. 
A tutti auguro invece un buonissimo anno bisestile, gentile pubblico, che poi, gli auguri di buon anno fatti il primo di Febbraio son più preziosi, e chissà, magari valgono di più.