Scrivo oggi da una posizione privilegiata, dietro al container blu,
che fornisce una lunga seduta, riparata dal vento, a una decina di
metri (di altezza) dal mare, comodo schienale, e vista su carrucola e
vasta immensità marina.
Vasta sì, questa marina, ma non vuota e desolata. Da questa postazione
si sono infatta già avvistati, dopo soli cinque giorni di navigazione,
nell'ordine, delfini, sbuffi di balena, pinne di balena, code di
balena, uno squalo, pesci di diversa sorta, calamari e numerose
caravelle portoghesi.
Nel senso delle meduse, si intende, nessun vascello intento alla
ricerca di una nuova rotta per le Indie, fin ora.
E' che tutto questo brulicare di vita, non me l'aspettavo proprio, in
mezzo all'Oceano.
Mi chiedo se questa folla venga attratta dalla nave, perché fa un
rumore piacevole, o perché è curiosa, o se ovunque, in tutto il mare
del mondo, ci sia un continuo via vai di creature indaffarate, a cui
noi, con la nostra chiglia, con i nostri cavi, e con i nostri
strumenti penzolanti, tagliamo la strada.
Vorrei chiedere scusa, nel caso, non vorrei fare lo sgambetto a nessuno.
Menchemai a una caravella portoghese, con tutte quelle gambe lunghe e
velenose con le quali potrebbe inciampare.
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